“Giancarlo Cuccù, pittura di ricordi”

PROSSIMAMENTE

WOMAN ART EXPO 2025

La pittura di Giancarlo Cuccù è essenzialmente frutto e sintesi di ricordi, si nutre di essi per dare luce ad un prodotto artistico che è mutuo rispecchiamento dell’autore nel paesaggio amato, nelle persone care, nei volti e negli atteggiamenti di uomini e donne comuni, nelle fisionomie degli umili dall’intenso portato esistenziale. Dai ricordi, e dalle immagini sedimentate nella memoria ed assimilate dalla sensibilità e dalla riflessione, nascono i soggetti cardine della sua produzione: ritratti, nature morte e paesaggi. Sono composizioni materiche, in cui le paste cromatiche si amalgamano e si affiancano, nelle tonalità predilette, che sono quelle degli elementi: principalmente la terra con i bruni e i verdi, intensi o teneri, che descrivono campagne, boschi, filari di alberi e coltivazioni, il grigio-rosa delle montagne e dei calanchi, che si rispecchia nei tracciati rosa-volacei degli aratri, e l’azzurro del cielo, il quale conserva una posizione marginale nell’invasione di campo dettata dal rigoglio naturale. Su tutto questo improvvisamente, alternatamente, si accendono bagliori di un giallo intenso, che riflettono i raggi di un sole quasi sempre splendente, com’è ovvio e opportuno, quando la mente ritorna a giorni e situazioni amate, e fiammate di rosso vivo, che riscaldano e fanno da contrappunto. Ciò che ne risulta è una partitura armonica ricorrente, come per Matisse la sua Montagna Sainte Victoire, che ritrasse in circa sessanta opere, fra fine ‘800 ed inizio ‘900, portando avanti lo studio sulla struttura compositiva e la costruzione della forma attraverso il colore e la luce, superando l’Impressionismo e anticipando il Cubismo.
Si tratta dei suoi luoghi d’elezione, lì dove il cuore permane e si alimenta di un respiro ctonio, di una forza silvana primordiale che è linfa vitale e che sostanzia il percorso e l’operare artistico del pittore. In queste composizioni i confini ci sfuggono, e immaginiamo tali scenari avvolgere ed abbracciare l’osservatore: è l’artista stesso, che ci accoglie e racchiude nel suo mondo immaginifico e nel suo scrigno emozionale di memorie, per farcene apprezzare la bellezza, notare le sottili differenze fra una rappresentazione e l’altra, le condizioni di luce, il mutare pressoché impercettibile ma inesorabile dovuto al trascorrere del tempo…….
05.11.2025 Maria Palladino

BARCHESSA VILLA QUAGLIA
Viale XXIV maggio11 – Treviso
+39 0422 430584

Inaugurazione sabato 22 novembre alle ore 17.30

www.barchessavillaquaglia.it

A cura della dott.ssa Maria Palladino

Orari di apertura:
Dal martedì al sabato,
dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Chiuso festivi e lunedì.

Cenni biografici


Giancarlo Cuccù nasce a Torino da genitori marchigiani e vive nelle Marche fino all età di sei anni nella grande casa dei nonni materni, nella frazione di Collina Nuova, nel comune di Monte Vidon Combatte. Apprezza la bellezza della campagna e del vivere all’aria aperta. Ritorna a Torino, ma per le vacanze estive e natalizie è di nuovo nelle Marche. L’incontro con la pittura avviene nella tarda estate del 1938 quando dipinge su legno un piccolo paesaggio andato perduto dai colori rossi e blu. Dei primi anni Sessanta si ricordano un Vicolo di notte, ritratti di attori. figure di toreri e alcuni paesaggi andati distrutti. E del 1960 1’acquisto del primo cavalletto da studio. Della fine degli anni Sessanta rimangono un paesaggio di chiaro influsso morandiano, un ritratto di donna monocromo eun nudo eseguito a spatola, un ritratto della madre malata (databile al 1970). tre ritratti del padre, un piccolo Arlecchino, qualche paesaggio, oltre a numerosi disegni e lavori a china. Alla fine del 1967
lascia definitivamente Torino e si trasferisce a Fermo nelle Marche, dove abita tuttora.
Nel 1976 in occasione del primo dei molti viaggi a Parigi incontra la pittura francese del post impressionismo e vede dal vivo le opere degli artisti che saranno le avanguardie della pittura moderna: L’ultimo Cezanne con i lavori sulla Saincte Victoire, Rouault, Gauguin, Van Gogh, Soutine, Bonnard, il primo Matisse, il Monet delle ninfee e, per finire Munch e gli espressionisti
tedeschi (Nolde sopra tutti ma anche L’austriaco Kokoschka).
Mostre collettive a Fermo nel 1982 (Palazzo Comunale) nel 1996 (Cappella di Villa Vitali), e nel 2003 (Cisterne Falconi). Va a Monte Vidon Corrado a ritrovare i paesaggi del primo Licini e le atmosfere delle Amalasunte. Nel 1990 è in Olanda per la mostra del centenario della morte di Van Gogh e a Parigi conosce Madame Castaing, della quale eseguirà tre ritratti. Negli anni 2000 è a Ceret e cerca in quei luoghi la violenza cromatica del “folle di Smilovitchi”. È di nuovo a Parigi negli anni seguenti per le retrospettive di Gauguin, Cezanne e Modigliani. Studia le opere di Scipione e Gino Rossi. Nel 2005 tiene una personale di oli e disegni alla Galleria di Arte Moderna a Montecatini.
Nel 2008 espone a Firenze presso Art in Progress in via dell’Oriolo. È fra i 106 artisti che inviano una formella dipinta alla Libreria Bocca di Milano per partecipare all’iniziativa “L’arte aiuta la cultura“. Viene in contatto con la pittura dissacrante dello svizzero Varlin e nel frattempo continua gli studi e le ricerche sul paesaggio marchioiano proprio in quel lembo di terra (le struggenti colline e i calanchi) che da Fermo s’interna fino a Montottone, Petritoli, San Procolo Monte Vidon Combatte e Collina Nuova. Nei primi anni Duemila conosce Oscar Piattella e va spesso a Cantiano a trovarlo e lo ritrae con un cagnolino in braccio. Si lega in amicizia con il pittore milanese Attilio Foroioli che viene in vacanza a Cupra Marittima e del quale eseguirà tre ritratti. Conosce i pittori siciliani Guccione e Sarnari.
Sulla sua attività pittorica è stato pubblicato nel 2008 il librocatalogo I colori dell’anima con testo critico di Marisa Calisti e nel 2010 con scritti di Piero Feliciotti e Lucio Del Gobbo in occasione
della mostra di Jesi nel 2011 Orizzonti con testo di Gloriano Paoletti e a seguire Ritorni, con le osservazioni critiche di Stefano Papetti. Nel 2014 espone a Palazzo Ducale di Urbino presentato da Silvia Cuppini, e a Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno e ancora all’Alexander Museum Hotel di Pesaro. Nella primavera del 2013 espone sedici opere alla Galleria Wikiarte di Bologna e nel frattempo viene accettata la sua iscrizione a socio della Società Belle Arti e Museo Permanente a
Milano.
Nel 2004 è andato ad abitare in una grande casa con uno studio all’ultimo piano dove «Si coglie una veduta della campagna fermana che si spinge a sud fino al Gran Sasso e a nord al di là di Monte San Vicino con una vista sui Monti Sibillini da togliere il fiato». Nel 2017 a Roma – Galleria la tartaruga; nel 2019 A Firenze Semiottagono delle murate e nel 2022 e 2023 in una mostra collettiva e in personale a Mantova – Galleria Sartori.